CAROVIGNO (BR): ultimo colle a Sud dell'altopiano delle Murge![]() Carovigno, situato a circa 5 Km. dalla costa adriatica ed a 28 Km. dal capoluogo di Provincia Brindisi, ha una altitudine di mt. 172 sul livello del mare, ultimo colle a Sud dell'altopiano delle Murge, confina a Nord Nord-Est con il mare adriatico, a Ovest con Ostuni, a Sud con S.Vito dei Normanni e a Sud-Est con Brindisi, Dista da Bari Km.96 e da Taranto 56. La vegetazione, ricca di oliveti ultracentenari, è povera di boschi, limitandosi alla presenza, qua e là, di minuscole estensioni a macchia mediterranea. ![]() Le piogge poco abbondanti e la costituzione del terreno determinano l'assenza di veri e propri corsi d'acqua perenni; quest'ultimi sono, infatti, limitati ad alcuni canali che assumono una certa consistenza, soprattutto nel periodo autunnale, citiamo in particolare il Canale Reale, che sfocia sulla costa di Torre Guaceto e il Canale di Santa Sabina. LA STORIA Carovigno ha origini antichissime, risulta, infatti, abitata fin dalla prima età della pietra, come attestano diversi ed interessanti ritrovamenti del paleolitico e del neolitico. Significativi resti di insediamenti umani, sono tuttora visibili in contrada Carisciola e nei pressi della lama di Mezzaluna. Città della Japigia, divenne centro fiorente con la civiltà messapica, come dimostra l'importantissimo materiale archeologico esposto nei musei di Egnazia, Brindisi e Taranto. Il primitivo etimo Carbina dal greco Karbina (fruttifera), sottolinea la sua caratteristica preminente di essere copiosa di olio, vino, mandorle e fichi. In seguito cambia denominazione sino a pervenire all'attuale forma onomastica di Carovigno. La città occupa tutto il colle, difesa da una triplice cinta di mura: la più interna formata da grosse pietre informi, l'esterna, da grandi parallelepipedi di tufo duro, senza cementazione. Nel 473 a.C., alleata di Brindisi, Carbinia viene distrutta dai Tarantini, subendo crimini di ogni genere. Alla distruzione scampò la rocca, in seguito cinta da alte muraglie con quattro torri, due rettangolari (una a Porta Brindisi ed una a Porta Ostuni, tuttora esistenti) e due rotonde. La dominazione di Bizantini, Longobardi, Normanni, Svevi, Angioini e Aragonesi, arrecarono a Carovigno tribolazioni, lutti e miserie, aggravati da cinque secoli di arrogante strapotere baronale, che resero nulla la stessa autorità del Re. Il regime feudale di Carovigno comincia con Adamo Trambaj, definito da Vincenzo Ariani "il Nerone dei suoi tempi, compendio mostruoso di ingiustizie, ingiurie, soprusi ed angherie". Verso la fine del 1500, comunque il paese appare circondato da muraglie, torri e fossati e vanta un comodissimo castello. A metà del '700, Carovigno passa in feudo alla famiglia Imperiali, titolari del marchesato di Oria e del principato di Francavilla Fontana. Estintasi la famiglia Imperiali, dopo un decennio di emancipazione sotto la Regia Potestà, Carovigno viene venduta senza obblighi di feudalità a Gerardo Dentice, principe di Frasso. L'equivoco atto di vendita rende complessa e litigiosa l'applicazione delle leggi murattiane, sulla soppressione della feudalità, e causa una lunga controversia fra Comune e casa Dentice. Carovigno contribuisce al Risorgimento d'Italia con personalità di assoluto rilievo, tra cui spicca la nobile figura di Salvatore Morelli, antesignano propugnatore dell'emancipazione della donna, dell'introduzione della scuola materna e di quella promiscua. Puglia rurale "La collina di Brindisi", Bari 1998, Regione Puglia |
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